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L'immagine di oggi

È indicato come una delle principali questioni da affrontare per il nostro sistema educativo: i divari che nascono sui banchi di scuola condurranno a disparità nei percorsi professionali, nei livelli salariali e quindi nelle condizioni di vita di uomini e donne. L’Italia a livello internazionale registra il gap più ampio negli apprendimenti in matematica tra ragazze e ragazzi. I dati dell’ultima indagine Ocse-Pisa certificano senza dubbio questo divario di genere negli apprendimenti delle materie scientifiche, le cosiddette discipline Stem, acronimo anglosassone che sta per science, technology, engineering e mathematics. I giovani italiani hanno il gap di genere più ampio di tutti. È pari a 21,1 la differenza tra il punteggio medio conseguito dai ragazzi nelle prove Ocse-Pisa di matematica e quello delle ragazze. Un valore molto superiore rispetto alla media Ocse (9,1) e ai risultati degli altri paesi oggetto di indagine. La sotto rappresentazione delle donne nei percorsi educativi affini alle Stem ha infatti conseguenze molto impattanti. Le discipline scientifiche sono quelle che in linea generale offrono i percorsi di carriera più retribuiti e con maggiore stabilità. Ma più di tutto condiziona moltissimo e spinge dentro a stereotipi pericolosi. Per esempio, le ragazze con ottimi risultati in matematica tendono a “vedersi” meno dei maschi nel ricoprire professioni come quelle di scienziato o ingegnere. In media, nei paesi Ocse, gli studenti 15enni top performers che immaginano questo tipo di carriera quando avranno 30 anni sono il 26% tra i maschi e solo il 14,5% tra le ragazze.
Qui il Focus integrale dell’indagine Ocse-Pisa.

LABORATORI DI LETTURA

Come ti presento una storia
Sei segreti per catturarli

di Lavinia Agosti
Una breve premessa. Non mi piaceva leggere e ancor meno andare in biblioteca. Mi ricordo una vecchia biblioteca dove regnava la grande “ S “di silenzio. Per prendere un libro dovevi chiedere al bibliotecario che, dopo centomila raccomandazioni, lo consegnava come fosse una reliquia… L’ansia in chi lo riceveva era alle stelle… e sul finire, un grande segnalibro timbrato intimava: “Mi raccomando un mese! Altrimenti prendi la multa”... Ma amavo troppo ascoltare ed inventare storie.
Alla scuola Primaria la lettura o l’ascolto di una storia spesso sono l’incipit da cui partire per una scrittura collettiva o per introdurre un nuovo argomento di studio. Non è sempre facile appassionare i bambini alla lettura di un testo. Molti preferiscono ascoltare. Ci sono molti modi per raccontare una storia e per ascoltarla. Prima bisogna aver chiari alcuni punti. Eccoli.
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EMERGENZE

Bulli e cyberbullismo oggi
Si vince costruendo relazioni

di Mattia Perico
Nei giorni scorsi stavo leggendo un articolo sul sito del quotidiano Avvenire che ho avvertito come esortazione e dovere da condividere: portiamo nelle scuole, ma non solo, il Documento sulla fratellanza.
Ormai sono passati cinque anni dalla firma di questo testo tra Papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, ma il rischio è che venga archiviato nelle nostre riflessioni e azioni. Se lo proviamo a rileggere alla luce della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo che ricorre ogni anno il 7 febbraio, queste parole risuonano come profetiche per una nuova umanità costruita propria sulla fratellanza.
Il bullismo rappresenta un fenomeno insidioso e sempre più diffuso che colpisce numerosi ragazzi e ragazze in tutto il mondo: un dato ormai consolidato a livello mondiale è il 25% di ragazzi vittima di bullismo, significa un giovane su quattro. In Italia siamo messi un pochino meglio, ma ciò non significa che non ci dobbiamo occupare del fenomeno, anzi. Trascorrendo parte delle mie giornata con bambini e bambine, ragazzi e ragazze e con adolescenti sovente sento ricorrere il termine “bullo”, “bullismo” o “mi ha bullizzato, mi ha bullizzata”.
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LA VALUTAZIONE

Primaria, si torna ai voti decimali
Addio ai livelli di apprendimento

E fanno dieci. È la decima volta in meno di cinquant’anni (dal 1977) che alla scuola primaria si cambia il sistema di valutazione degli alunni. Dall'anno scolastico 2024-2025, si torna ai voti tradizionali: il 4, l'8, il 6. E quindi addio ai livelli di apprendimento (in via di prima acquisizione, base, intermedio, avanzato) introdotti poco più di tre anni fa, nel 2020 dal ministro Lucia Azzolina e dal progetto Buona Scuola. Ma è anche un’altra sconfessione. Con l'emendamento proposto, e opra all'esame del Senato, viene archiviato tutto il lavoro del gruppo ministeriale coordinato dalla professoressa Elisabetta Nigris, docente dell’Università di Milano Bicocca e allora coordinatrice nazionale dei presidenti del corso di laurea in Scienze della formazione primaria per tornare all’epoca in cui Mariastella Gelmini, ministra dell’Istruzione nel governo Berlusconi IV, aveva riportato i numeri in pagella. L’intenzione dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni era già chiara a settembre: “Il giudizio, introdotto nella scorsa legislatura, ha creato solo confusione nelle famiglie, complicando il lavoro dei docenti”, ha detto in un’intervista la sottosegretaria, Paola Frassinetti.
L’emendamento fa parte perdipiù di una riforma più ampia, mirata a semplificare il processo valutativo nelle scuole di ogni ordine e grado. Il passaggio dai livelli di apprendimento ai giudizi tradizionali si prefigge di rispondere al bisogno di chiarezza espressa dalle famiglie, secondo quanto riferito dal governo. E come sottolineato dalla vicepresidente del dipartimento Istruzione Carmela Bucalo, infatti, le famiglie si sentivano “disorientate dal precedente sistema“. La riforma prevede anche l’obbligatorietà delle valutazioni in decimi nel primo quadrimestre per tutti i gradi di istruzione, introducendo così un elemento di novità rispetto alla prassi di alcune scuole di omettere i voti in questo lasso di tempo.
Per un approfondimento: il testo dell'emendamento, e gli interventi video e il dibattito in aula dei parlamentari sul tema.

VIAGGIO NEL MANIFESTO / 2
BARBIANA 2040

Viaggio nel Manifesto di Barbiana
Ecologia del pensiero per crescere

di Rosaria Di Gaetano
Continuamo da questo secondo approfondimento, dedicato al terzo punto, l'Ecologia del pensiero, il nostro viaggio lungo e dentro i dieci principi che costituiscono il Manifesto della Rete di Scuole che hanno aderito al movimento Barbiana 2040.
E’ sapienza pedagogica sorprendere le domande travestite da gemiti inesprimibili anche fatti di una sola parola, per generare un apprendimento sostenibile. E’ un’arte da coltivare ed affinare quella che accompagna l’atto di insegnare, sostenendo sulla soglia quasi in punta di piedi, la curiosità che fa divampare la motivazione.
Eravamo in DAD mista nel febbraio 2021 e avevo in classe quattro ragazze che turnavano in presenza nei diversi giorni della settimana, per partecipare alle lezioni in cui la maggior parte dei compagni seguivano da casa. Una ragazza di seconda media, diversamente abile, mi guardava, gli occhi sgranati, ripetendo a bassa voce, quasi furtivamente: “Etera”. Mi sono avvicinata per chiederle conto e lei ancora più spalancata, mi ha ripetuto: “Io ètera”.
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VIAGGIO NEL MANIFESTO / 1
BARBIANA 2040

Il Manifesto di Barbiana 2040
Il principio di aderenza alla realtà

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La pedagogia profetica
per un processo critico

di Rosaria Di Gaetano
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LABORATORI E FORMAZIONE

Come insegnare a pensare
senza annoiare glli studenti

di Elena Bagini
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Scrittura collettiva con valore
ma con una domanda finale

di Elena Bagini
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Percorsi di scrittura collettiva
Due "non metodi" a confronto

di Elide Panzeri
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FERITOIE

La nuova rubrica FERITOIE ovvero "pertugi di sguardi",
è uno spazio che vuole essere un pertugio aperto per varcare i confini del già conosciuto, del pregiudizio, del cinismo che talvolta, a noi insegnanti, ci fa concludere che ogni nostra fatica risulta vana.
In seconda battuta FERITOIE vuole conservare il significato letterale di qualcosa che ferisce e turba, così come don Milani percepiva l'arte di educare.

Il pizzaiolo, quando va bene

di Arianna Gelfi
C’è un nuovo arrivato nella classe terza media della scuola in carcere. Ha 19 anni, è il più piccolo: o lo proteggono o lo fanno fuori, penso. Vedo che hanno scelto di proteggerlo. Arriva infatti accompagnato dal suo “concellino”, in un mio tentativo di lezione di geografia, mentre la LIM è accesa su planisfero.
Gli chiedo se sa indicare la Tunisia, la sua terra di origine, e con il dito va dritto e sicuro. Dopo un “bravo” che lo illumina, procedo con i continenti, ma lui si rifiuta: inutile ripeterli, li sa già. Torno all’attacco a fine lezione e lui accetta di mettersi alla prova, ma è peggio che andar di notte. Arrabbiato mi dice: “Prof, ma tanto io quando va bene faccio il pizzaiolo! Non mi serve sapere queste cose!”. Quando va bene.
Dopo due settimane sa anche l’Oceania, quando va bene.
TESTIMONIANZE
E' lo spazio di approfondimento della Rete: le "Testimonianze" dei docenti e degli insegnanti delle scuole del Movimento Barbiana 2040 in cui raccontano in brevi video come stanno apprendendo, seguendo e applicando nelle loro classi l'approccio di don Milani e la sua didattica-pedagogia.
Ogni intervento può essere seguito nel sito di Barbiana2040.it nella nuova rubrica "Testimonianze" (nella home page o nella barra dei menù) con il titolo "Riflessioni inDocenti". E tutti i laboratori a cui si fa riferimento si possono trovare nella Sezione dedicata "Laboratori", sempre in home page.
Il video con il racconto di Arianna Gelfi, docente di Lettere al CPIA (Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti) di Lecco
Il video con il racconto di Rosaria Di Gaetano, docente di Lettere della scuola media dell'IC di Sorisole (Seconda Parte)
Il video con il racconto di Cristina Mauri, docente di Lettere della scuola media dell'IC di Sorisole
Il video con il racconto di Rosaria Di Gaetano, docente di Lettere della scuola media dell'IC di Sorisole (Prima Parte)
Lettera Aperta

Manifesto del Movimento
della Rete nazionale
di Scuole
Barbiana 2040

Archivio delle Newsletter
di Barbiana 2040

Nella Newsletter vengono condivisi i materiali pedagogici e educativi di approfondimento e di analisi del modello di scuola ispirato dall'esempio di scuola di don Milani a Barbiana.


Se anche tu l'hai trovata interessante e utile per il tuo lavoro condividila con i tuoi colleghi.

La prossima sarà ancora migliore.

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