La scrittura collettiva funziona
anche per studiare matematica

Ma è davvero possibile lavorare così con tutti i bambini della scuola primaria o funziona solo alla scuola di Sorisole?
Dopo aver assistito ad una lezione di scrittura collettiva in una classe seconda  primaria  ho provato a sperimentare, una fattispecie di scrittura collettiva applicata alle definizioni di matematica, in una vivace classe seconda di scuola primaria, abituata a lavorare con lezioni frontali. I bambini da inizio anno utilizzano il “Quaderno a Rilievo” giocando sul significato della parola Rilievo in quanto: lo posso toccare, ci posso giocare e rilievo come importante, degno di valore. E’ un semplice quaderno a quadretti visto come un lapbook delle regole   “liberamente” organizzato e personalizzato da ogni bambino; solo i concetti essenziali sono schematizzati dall’insegnante.
In una pagina bianca,  ho chiesto ai bambini di disegnare delle piccole strade: “I sentieri del sapere”  ( vie talvolta non ben definite che avvicinano al sapere e non ancora alla piena conoscenza e consapevolezza) e di scrivere la parola chiave Commutativa. E’ seguito il  confronto sul significato termine, con una  partecipazione mediata dall’ insegnante per alzata di mano. Ogni bambino, contestualmente, attraverso il disegno o la scrittura ha fissato sul proprio sentiero quello che riteneva più significativo.

In un primo intervento un bambino aveva letto  “mutativa” tralasciando la prima parte della parola, seguito da collegamenti con la muta degli uccelli,  il ragionamento ha portato a definire la parola mutare con cambiare: cambiare espressione, tono della voce, cambiare di posto seguito da prove pratiche di movimento e da immagini proiettate sulla lavagna digitale, la Lim.
Ho scritto alla lavagna la “nuova parola con-CAMBIARE”. La riflessione si è girata sulla parola CON definita dalla classe come assieme. La parziale definizione scritta nuovamente alla lavagna  commutare= assieme- cambiare ha generato una nuova domanda: cambiare cosa? Ho scritto alla lavagna l’operazione 2+3 = 5 ma anche… i bambini hanno terminato la frase con 3+2 =5. Qualcuno ha ipotizzato di cambiare i numeri ma poi è stato fermato definendo la cosa come cambiare di posto ai primi due numeri e non al risultato. Il ragionamento si è spostato anche alla moltiplicazione.

A questo punto i bambini si sono suddivisi in gruppi da 5. Ogni gruppo, rumoroso, ha definito la propria idea di proprietà commutativa e  scritta alla Lim.
Nelle 4 definizioni sono state evidenziate le parole comuni.
Punto di partenza per scrivere la definizione di classe:
Cambiando il posto assieme agli addendi il risultato non cambia.
Questa è stata confrontata con quella presente nel libro di testo e il ragionamento si è fissato sulla parola ordine collegata immediatamente all’ordine/posto della fila per uscire dalla classe.
Dopo due ore la proprietà commutativa è risultata fissata in ogni alunno tanto da essere utilizzata in modo automatico nello studio mnemonico delle tabelline.

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