
Nel giugno 2025, si è tenuta la sesta edizione della Summer School PATHS, un evento formativo promosso dal Ministero dell’Istruzione e Indire, dedicato al rapporto tra intelligenza artificiale, educazione e filosofia. Per tre giorni, 600 docenti da tutta Italia hanno partecipato ad attività teoriche e pratiche volte a esplorare le implicazioni dell’IA nella scuola. L’obiettivo era chiaro: formare insegnanti capaci di affrontare le opportunità e i dilemmi etici che l’uso dell’intelligenza artificiale genera in ambito educativo.
Al centro della riflessione, i documenti dell’UNESCO che raccomandano un uso regolamentato e consapevole della GenAI, sottolineando la necessità di tutelare privacy, equità e pensiero critico. I docenti hanno approfondito temi come l’affidabilità degli algoritmi, il rischio di dipendenza tecnologica e il pericolo di ridurre l’apprendimento a un processo automatizzato.
Non è mancato il confronto sul ruolo dell’insegnante: chiamato oggi a essere “artigiano e ricercatore”, capace di integrare la tecnologia senza perdere di vista la centralità della relazione educativa. L’AI, è stato ricordato, non potrà mai sostituire la guida umana, la passione, il corpo, l’emozione e il pensiero che rendono autentico l’insegnamento. La sfida è grande, ma è anche l’occasione per ripensare la scuola come spazio vivo di innovazione, consapevolezza e umanità.

Di seguito il testo integrale del documento con l’analisi e le riflessioni intorno all’uso dell’intelligenza artificiale a scuola.