“Carta a una maestra”: presentata anche in Italia la prima edizione argentina de “Lettera a una professoressa”

Carta a una maestra, è la prima edizione in lingua argentina del libro Lettera a una professoressa, e sarà al centro di due importanti eventi per il pubblico argentino e per l’intero pubblico italiano e l’intera Rete delle scuole del progetto Barbiana 2040.
Primo appuntamento è per venerdì, 30 maggio, quando a Rafaela, cittadina argentina della provincia di Santa Fe, viene presentata ufficialmente Carta a una maestra, la prima edizione argentina in lingua argentina di Lettera a una professoressa, il testo collettivo scritto nel 1967 da otto ragazzi della scuola di Barbiana sotto la guida di don Lorenzo Milani. A organizzare l’iniziativa è l’Asociación Civil Barbiana, guidata dalla professoressa Ana Santucci, la cui scuola fa parte della Rete nazionale di scuole ispirata al progetto pedagogico Barbiana 2040. E’ la prima presentazione ufficiale al pubblico, alle scuole e ai ocenti argentini di questa edizione del testo, appositamente tradotto e predisposto per questo Paese.

Martedì, 3 giugno alle ore 15 in Italia, in collegamento con l’Asociacion Civil Barbiana a Rafaela (Santa Fe) in Argentina e in diretta streaming (qui per collegarsi) ci sarà la presentazione de Carta a una maestra, la prima edizione argentina di Lettera a una professoressa.
L’evento segue la presentazione ufficiale al pubblico argentino dello scorso 30 maggio a Rafaela. La presentazione, in diretta online (qui il link per potersi collegare) sarà introdotto da Ana Santucci, presidente della Asociacion Civile Barbiana, e ne discuteranno Rita Fumagalli per la Rete Barbiana 2040, Agostino Burberi come presidente della Fondazione don Milani e padre Corzo in collegamento dalla sua scuola di Salamanca. “Siamo felici di avere con noi padre Corzo Toral, eminente figura nel campo pastorale ed educativo, noto per il suo impegno nell’educazione popolare e nella difesa dei diritti delle persone più vulnerabili – spiega Ana Santucci -. Il suo lavoro è stato fondamentale per adattare e diffondere l’opera di Lorenzo Milani in America Latina, creando ponti tra generazioni e territori nella ricerca di un’educazione più umana ed equa. Inoltre – sottolinea Ana Santucci -, è fondatore di due istituzioni educative ispirate alla pedagogia di Barbiana in Spagna: la Casa-escuela Santiago Uno a Salamanca, fondata nel 1971, e la Escuela Agraria Lorenzo Milani, fondata nel 1980”.

L’edizione argentina del testo Carta a una maestra, oltre ad essere stata promossa dall’Asociación Civil Barbiana guidata dalla professoressa Ana Santucci, è stata finanziata dalla Fondazione don Milani con la presidenza di Agostino Burberi, e la nuova edizione è stata tradotta e offerta da padre José Luis Corzo. Anche questa iniziativa vuole fortemente rilanciare, in chiave attuale e internazionale, il messaggio radicale del priore toscano sulla scuola, la giustizia sociale e il diritto all’istruzione per tutti.

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Ana Santucci con i bambini della Casa-Escuela di Santafè


La pubblicazione del libro in spagnolo rappresenta oggi un evento di grande rilievo didattico e culturale, non solo per l’Argentina ma per tutta l’America Latina, dove in particolare in questo periodo storico il pensiero di don Milani continua a essere un punto di riferimento per un’educazione popolare, democratica e orientata alla giustizia sociale.
La nuova edizione del testo è stata finanziata dalla Fondazione don Milani, presieduta da Agostino Burberi – ex allievo del priore di Barbiana –, la traduzione è stata donata da padre José Luis Corzo, che ha scritto anche una preziosa introduzione e figura chiave nel panorama dell’educazione di ispirazione milaniana. Padre Corzo, gesuita spagnolo, ha infatti fondato a Salamanca la Casa-Escuela Santiago 1, ispirata al modello pedagogico di Barbiana: prima scuola dove si è praticata la scrittura collettiva e si è promossa la partecipazione attiva degli studenti, ricalcando il metodo del “fogliolino” inventato da don Milani.

Rita Fumagalli
Agostino Burberi
Padre Josè Luis Corzo


La presentazione del 30 maggio ha solo anticipato di qualche giorno un secondo momento celebrativo. Il 3 giugno, infatti, nel primo pomeriggio, grazie a un collegamento in diretta online (qui per il collegamento) si è potuto unire non solo idealmente Italia e Argentina: Agostino Burberi, padre Corzo e Rita Fumagalli, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Sorisole, scuola capofila della Rete Barbiana 2040, si collegheranno con Rafaela dove con Ana Santucci presenteranno la nuova edizione del libro anche al pubblico italiano, ai dirigenti, ai docenti e a tutte le scuole della rete educativa che si ispira all’eredità del priore di Barbiana e che partecipano al progetto Barbiana 2040.

“Lo facciamo in un’occasione speciale – sottolinea Ana Santucci -. A maggio infatti celebriamo un nuovo anniversario della nascita di don Lorenzo Milani, nato a Firenze il 27 maggio 1923 in una famiglia borghese, colta, liberale e atea. La sua opera continua a ispirare la nostra azione quotidiana, a scuola come nella società”.
Il messaggio di Lettera a una professoressa è un’accusa potente al fallimento del sistema scolastico nella sua funzione di promozione sociale. E oggi resta ancora di forte attualità. Il libro denunciava già allora due fallimenti: quello verso i giovani espulsi troppo presto dal percorso di studi, spesso senza alcun titolo in mano, e quello verso i cosiddetti “vincitori” del sistema scolastico, studenti eccellenti, ma privi di una formazione umana, etica e sociale. “Se la scuola non è uno strumento di uguaglianza, di integrazione, di promozione per tutti – ricorda ancora Santucci – allora rischia di essere solo un fabbricatore di diplomi, che hanno valore solo sulla carta”.


Due sono le direttrici principali su cui si è mossa le riflessioni sia del 30 maggio scorso, sia quella prossima del 3 giugno: da un lato il recupero della radicalità del metodo di don Milani, una didattica collettiva fondata sul valore e protagonismo della parola (la parola come personaggio, diceva). Ma dall’altro, la riscoperta della sua visione politica della scuola, come luogo dove si apprende a distinguere tra oppressi e oppressori, senza essere soggetti all’influenza di alcun partito. “Un’idea – spiega Santucci – che disturbava tanto i comunisti quanto i democristiani. Ma che oggi suona ancora rivoluzionaria”.
La locandina dell’evento argentino ospita una delle frasi più incisive di don Milani sul senso profondo della scuola: «Le lingue le creano i poveri e le rinnovano fino all’infinito. I ricchi le cristallizzano per poter infastidire chi non parla come loro. O per escluderlo a scuola». Un monito attuale, in un mondo in cui l’esclusione linguistica, culturale e sociale sembra essere ancora una leva di disuguaglianza.

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