Lettera aperta di Paolo Landi
Il “miracolo” dell’assegno di Paolo VI

Lettera aperta su il Convegno Pastorale su don Milani Firenze 24-25/11 2023, organizzato dalla Curia Fiorentina e Comitato Nazionale per il Centenario



Al Card. Giuseppe  Betori Firenze
A Don Andrea Bigalli moderatore del convegno
A Rosy Bindi Presid. del Comitato Naz Le Centenario
Ad Agostino Burberi Presid. Fondazione DLM Firenze
A Leandro Lombardi Presid. Istituzione DLM  Vicchio
Ad Alfonso Pagano Presid.Gruppo DLM San Donato

Non si può  rimuovere dalla storia  l’intervento di Papa Paolo VI in favore di don Milani. 
Papa Francesco con la visita Barbiana nel 2017 ha dato a Don Milani il riconoscimento al suo apostolato che la Curia Fiorentina gli aveva negato: “ Vengo a Barbiana per dare a Don Lorenzo il riconoscimento di fedeltà al Vangelo, di rettitudine alla sua azione pastorale. Questo riconoscimento oggi lo fa il vescovo di Roma.”   Da allora, sono numerosi i gruppi parrocchiali che da tutta Italia si recano a Barbiana, come  numerose sono   le iniziative sul Centenario organizzate dalle diocesi e dalle parrocchie. Positiva è stata quindi l’iniziativa del Cardinale Betori di organizzare a Firenze, con il Comitato, il seminario sulla   pastorale di don Milani  e i  rapporti tra don  Lorenzo  e la  Curia  fiorentina.


C’è  una pagina, forse la più drammatica nei rapporti tra don Lorenzo e la Curia,  che per rispetto alla memoria del Priore non può essere dimenticata, occultata,  rimossa,  ed è l’assegno inviato da Papa Paolo VI a don  Milani e recapitato a Barbiana in quel giorno drammatico  da don Bensi. Un intervento che risultò essere “un provvidenziale salvagente” che mise  al riparo il Priore dai provvedimenti preannunciati dal Vescovo Florit. Evento che è stato del tutto  ignorato  nel convegno fiorentino, sia nella parte  svolta  presso il Seminario che in quella presso Chiesa di San Donato.
Ero presente in quegli anni a Barbiana ed ho vissuto  quella settimana drammatica  quando  da Firenze arrivavano continue voci che Florit aveva deciso di  “completare l’opera”  e  mettere Don Lorenzo fuori dalla chiesa. La parola sospensione a divinis non veniva pronunciata da nessuno, ma sottostava in tutti i ragionamenti come una minaccia “mortale” alla Vita di Don Lorenzo e alla sua esperienza pastorale.
Don Lorenzo in quei giorni era distrutto, il clima  che si respirava  era quello di un” morto in casa”.  Già il Card. Florit gli aveva imposto il provvedimento della censura,  con  la minaccia di sospensione a divinis. (8/03/1965).

Caro don Milani….Pertanto. La invito sottopormi, a partire da questo momento, in ogni caso, ogni eventuale suo scritto, prima di dargli pubblicità in qualsiasi modo. Consideri la presente come una precisa prescrizione. Qualora Ella avesse a contravvenirvi , sappia che mi riservo, occorrendo, di sospenderla “a divinis” e di pubblicare il provvedimento
Ma quel giorno drammatico, quando si temeva il peggio, a Barbiana ci fu un  “miracolo”, arrivò una busta bianca, recapitata da don Bensi, con un assegno del Papa e con due righe di accompagnamento che dicevano:  un aiuto per la scuola e un augurio per la salute
Don Lorenzo aprì la busta in nostra presenza e tutta la tensione accumulata esplose in un nostro urlo di liberazione quando lesse il biglietto e ci mostrò l’assegno. (2)

Fu questo gesto semplice e dirompente di Papa Paolo VI che impedì  che l’esperienza di colui che oggi è considerato un profeta e un  grande educatore non  finisse in  tragedia.
Essere nel Seminario a riflettere sulla pastorale di don Milani  e sui rapporti con la gerarchia e  vedere omesso questo ” intervento” del Papa, non può che rattristare  chi ha vissuto quell’esperienza , oltre a non rendere verità e testimonianza al Priore e alla sua storia.  Nessun cenno nelle comunicazioni  dei relatori e nessun cenno nelle conclusioni del Cardinale.
Per scrupolo sono andato a riascoltare la registrazione della comunicazione svolta al convegno da Don Aranci  sulla documentazione presente negli archivi, lettere e documenti intercorsi tra Don Lorenzo e la Curia Fiorentina. Il relatore ha citato Florit, Bianchi, Elia della Costa e numerosi eventi, ma  nessun cenno a documentazione riferita  all’intervento di Papa Paolo VI. Resta quindi il dubbio che l’archivio ne sia sprovvisto.
Questo dubbio è rafforzato dalle affermazioni del Cardinale Florit fatte anni dopo nel cimitero di Barbiana al  suo segretario e ascoltate da Michele, che era intento a pulire il cimitero e riportata nel  suo libro: Don Lorenzo Milani L’esilio di Barbiana “.. se mi avessero informato meglio non sarebbe finita così…”.  addebitando ad altri responsabilità  che avrebbero  compromesso la sua  immagine. 


Una richiesta
Chiederei a Don Aranci se esistono nell’archivio della Curia, o nell’archivio del Vaticano, documenti in merito all’intervento di Paolo VI, e quando saranno resi  consultabili agli studiosi. Tra qualche anno i testimoni che hanno vissuto quell’esperienza non ci saranno più, e questa parte di storia rischia di restare una pagina bianca.
Per questo, chiedo alla Presidenza del convegno  e alle tre Associazioni Milaniane (Fondazione, Istituzione, Gruppo S. Donato) che questa nota sia inserita fra gli atti del convegno a testimonianza di un “evento”  rilevante sulla vita e sulla pastorale di don Milani, con la speranza che venga ripreso e approfondito in un prossimo  futuro.

Quanto fosse reale il rischio di un grave provvedimento viene confermato da una lettera  ricevuta qualche giorno prima del convegno da un prete abruzzese, per  chiedermi di poter pubblicare la: Lettera aperta ai detrattori di Don Milani; ( Luca Ricolfi, Galli della Loggia e Giuliano Ferrara) che avevano  descritto don Milani come ”Il profeta della decivilizzazione” (3).

Pasquale Ianna Morelli  scrive: “Sono un prete di 77 anni, abruzzese. negli anni in cui sono stato parroco in un paesino di montagna del mio Abruzzo, ho iniziato dal primo giorno una scuola Popolare. questo perché ho avuto il dono di trascorrere alcuni giorni a Barbiana. Poi però questo mio impegno è stato “brutalmente” interrotto dalla rimozione da quella parrocchia poiché ero ritenuto troppo sovversivo dal mio vescovo che criticava aspramente l’operato di Don Milani ( siamo negli anni 70).
Dopo il ” licenziamento” ho dovuto reinventarmi una vita e, dopo un periodo trascorso in una piccola comunità di preti operai a Viareggio, mi sono inventato un’attività da tipografo per avere la possibilità di comunicare le mie idee attraverso la carta stampata”.

Queste righe mi hanno commosso, mi sono chiesto cosa sarebbe stato del nostro Priore se quella sera forse arrivato anche a lui  il “licenziamento” da Florit, al posto del “salvagente” di Papa Paolo VI. Il rischio era talmente reale che don Lorenzo ne parla nella lettera alla madre del 12 luglio 1966 (2).
Spero che in futuro gli studiosi abbiano la possibilità di accertare con precisione la verità storica su questo episodio, non marginale, sui rapporti tra Curia e don Milani

Esperienze Pastorali
Su Esperienze Pastorali, sono state evidenziate nel convegno le cause che portarono al  provvedimento di ritiro dal commercio; in particolare le responsabilità  di alcuni poteri  della gerarchia:  Sant’Uffizio, l’Azione Cattolica di Gedda, i domenicani,  tutti concordi   a “stroncare”  il libro di don Milani. Appare “assolta,” o  “assente”,  da questo provvedimento  la Curia Fiorentina. Se questa  fosse la “verità documentale”, anche questa tesi sarebbe  difficilmente credibile  da  coloro che hanno vissuto da vicino  il dramma  del “trasferimento” da San Donato a Barbiana. La motivazione ai Sandonatesi data dal pulpito dal Cardinale era stata la seguente: don Milani è una campana stonata…. a cui seguì la lettera  al parroco successore don Caterina con l’invito:..a smontare tutto ciò che don  Lorenzo aveva lasciato e riportare la parrocchia  alla normalità (2).

Né è stato citato su Esperienze Pastorali l’opinione del  Cardinal Martini, che  si dissocia dal coro accusatorio contro don Milani. Riprendo un  passaggio del Cardinale del 1983: “La mia è una ricognizione critica, dalla quale la testimonianza di Don Milani esce Indiscutibilmente luminosa e, in un certo modo, profetica… A rendere Esperienze Pastorali ancora interessante e ricco di stimoli, è l’istanza della concretezza, espressa sia in forma positiva sia in forma polemica attraverso la contestazione di tutto ciò che nel linguaggio e nell’agire ecclesiastico era  astrattismo, formalismo, distanza dalla realtà quotidiana della gente, illusione sull’efficacia ripetitiva e stantia dell’azione pastorale.”(2).
Sono parole forti. Dispiace che questa voce  così autorevole e fuori dal coro  non sia stata citata e messa in risalto.

Passeranno molti anni prima che la Curia fiorentina  arrivi  ad un significativo  riconoscimento dell’operato di don Milani (Card. Piovanelli 2015).
Don Milani, per noi “ragazzi”, resta  il Priore, la sua forza è stata quella di porsi sempre come educatore sulla scuola, educatore di etica e politica, educatore anche sui temi religiosi; un “fustigatore “,  inteso come colui che scuote le coscienze. (4)

Resta comunque il  fatto  positivo  di aver realizzato, congiuntamente alla Curia Fiorentina e al  Comitato Nazionale  il convegno sulla pastorale di Don Milani, anche con queste “lacune”   che sono certo saranno recuperate in futuro, affidando la ricostruzione anche ai testimoni.

Le note al testo
(1) Le  pagine che descrivono: “il miracolo dell’assegno”  e i fatti che portarono a quei tragici giorni, sono nel libro : La Repubblica di Barbiana la mia esperienza alla scuola di Don Milani di Paolo Landi  Editore LEF 2017 Firenze.al capitolo Don Milani e la chiesa.
(2) Ovviamente i fatti sono visti dall’osservatorio di un ragazzo di Barbiana.
(3) Edizione QUALE VITA 67030 Torre dei Nolfi (AQ)  E-mail: info@qualevita.it  – Lettera di Ianna Morelli del 2/11/2024.
(4)
Tratti da: Don Milani educatore di etica

Qui sotto il testo de :II “miracolo” dell’assegno , tratta dal libro “La Repubblica di Barbiana” di Paolo Landi

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