Quando l’incontro e il dialogo
creano stupore e sorprese

di Anna Lorenzi – Insegnante
Quest’anno abbiamo pensato di fare incontrare i ragazzi di terza media e i bambini di quinta della scuola Primaria di Sorisole, organizzando un’intervista a cura di questi ultimi che erano molto curiosi, ma anche timorosi di conoscere la scuola che il prossimo settembre li accoglierà. Lo scritto che segue è il lavoro di scrittura collettiva dei bambini di quinta scaturito dopo questo incontro/intervista che ha lasciato un segno sia nei più piccoli che nei più grandi.

La professoressa Rosaria Di Gaetano ha invece proposto ai suoi alunni di terza media il tema “Cosa ho imparato dai bambini della Primaria”.
Alcuni di questi elaborati sono stati successivamente letti anche ai miei alunni di quinta, suscitando in essi stupore e meraviglia per le belle parole che gli alunni più grandi avevano speso per loro. Fa riflettere che lo stupore, oggi emozione così rara, sia scaturito proprio dall’ascolto e dal dialogo tra studenti di età diverse che in realtà hanno mostrato di avere molto da dirsi
.

La scorsa settimana, la classe 3B della scuola secondaria di primo grado di Sorisole ci ha accolto nel loro bellissimo laboratorio di Leonardo dove si pratica la scrittura collettiva. C’era anche la professoressa Di Gaetano che abbiamo conosciuto lo scorso anno per il Progetto Selfie.
Eravamo molto emozionati, perché l’anno prossimo anche noi andremo alla scuola media e volevamo conoscere come è la nuova organizzazione scolastica e intervistare i ragazzi di terza su alcuni temi che ci interessano particolarmente.
Pensando alla scuola media, ci siamo accorti che tutti noi abbiamo dei timori e tante domande soprattutto legate a due argomenti: il bullismo e il rapporto tra compagni.
Con la nostra maestra Anna abbiamo approfondito ciò che ci interessava chiedere ai ragazzi e alle ragazze di terza e poi abbiamo formulato e organizzato le domande per noi più significative.

Nella vostra classe si manifestano forme di bullismo? Se sì, di che tipo? Verbale? Cyberbullismo? Fisico? E chi di solito viene preso di mira? Che tipi sono i bulli? Come fate a combattere il bullismo? Come fate a difendervi se siete vittime dei bulli? A chi chiedete aiuto?

Alle medie tra compagni, andate d’accordo o si discute tanto? I vostri compagni sono simpatici?
Quando litigate, come reagite? Usate le parole gentili o dite parolacce?
Come risolvete i litigi e le contese che nascono tra voi? Chiedete aiuto agli adulti e ai compagni? Se sapete risolvere i litigi da soli, come fate?
I maschi rispettano sempre le femmine?
Appena siamo entrati nell’atelier di Leonardo, ci hanno accolto festosamente solo due professoresse, perché tutti i ragazzi erano sul palco, dietro le tende chiuse. Noi ci siamo seduti davanti al palcoscenico e abbiamo atteso che si aprisse la scena e si rivelassero i ragazzi.

Curiosi, un po’ agitati e felici abbiamo conosciuto i ragazzi e le ragazze che si sono presentati a noi. Ci sono sembrati molto grandi, sicuri, maturi e meno timorosi di noi.
A turno, ci siamo alzati in piedi e abbiamo formulato le nostre domande, ma subito ha preso forma il dialogo socratico che noi pratichiamo sempre durante la scrittura collettiva.
Dialogando insieme, abbiamo approfondito i due temi che ci stavano a cuore e abbiamo capito che possiamo affrontare la scuola secondaria senza troppe preoccupazioni e timori, perché i ragazzi ci hanno fatto capire che non c’è alcun ostacolo che non si possa superare.
Abbiamo scoperto, come sospettavamo, che alla scuola media si può incontrare il bullismo in tutte le sue forme. Alcuni ragazzi ci hanno raccontato che sono stati vittime di bulli i quali, però, adesso sono loro amici.
I bulli sono di solito ragazzi deboli e insicuri dentro che vogliono far credere alle vittime di essere forti.
I ragazzi ci hanno spiegato che per diventare vittime dei bulli basta anche solo essere un po’ diversi, avere particolari qualità, essere particolarmente bravi in qualcosa, prendere bei voti, ascoltare musica differente da quella che va di moda o vestirsi diversamente dal gruppo. Quindi, attenzione, è molto facile e probabile incontrare il bullismo nella scuola media e diventare vittime o bulli.
Abbiamo scoperto che il segreto è non rimanere in silenzio, ma dirlo agli amici, ai professori e agli adulti, perché questo non è fare la spia, ma stare dalla parte della giustizia. Se infatti il bullo non viene fermato, continuerà a fare del male. Vanno aiutati le vittime, ma anche i bulli usando l’empatia, la gentilezza e l’inclusione. Questi problemi, infatti, non si risolvono se si esclude il bullo dal gruppo e se si aiuta solo la vittima. I ragazzi ci hanno raccontato che aiutandosi ed accettandosi hanno superato il problema del bullismo che avevano vissuto in prima media ed ora sono tutti amici. Sapere questo ci ha molto rassicurato e ci sentiamo pronti ad affrontare la scuola media anche nel caso dovessimo scontrarci con episodi di bullismo, perché sappiamo già come dobbiamo reagire per affrontare questo problema.

Il dibattito è poi continuato sull’argomento dei rapporti tra compagni. I ragazzi ci hanno detto che dopo tre anni che stanno insieme in classe e anche fuori dalla scuola, sono tutti amici e si rispettano tra loro, tranne in rari casi. A volte, quando litigano, alcuni alunni dicono le parolacce per sentirsi più grandi e sicuri di sé, ma secondo noi è sbagliato usare le parolacce; dovrebbero utilizzare espressioni alternative che non feriscono e magari fanno sorridere. Qualche alunno ci ha confidato che ci rimane male. A volte i maschi fanno delle battutine alle femmine: loro vogliono fare i simpatici, ma le femmine ci rimangono spesso male, perché si sentono criticate. Abbiamo scoperto che a volte i maschi e le femmine non si capiscono e questo li può fare a volte litigare.

Anche se a volte discutono, tutti i ragazzi ci hanno detto di essere amici e di volersi bene. Abbiamo tutti insieme riflettuto su cosa vuol dire veramente volersi bene.
Alla fine abbiamo capito che volere il bene degli altri significa rispettarsi, incoraggiare, stare vicino, non giudicare, accettare i cambiamenti e le scelte di ciascuno e lasciare la libertà, anche se questo comporta un nostro grande sacrificio.
Diventare grandi è bello, ma anche un po’ complicato e faticoso, ma noi non ci scoraggiamo, perché dopo questa esperienza sappiamo come affrontare il prossimo futuro.
I ragazzi e le ragazze di terza ci hanno dato dei preziosi consigli per stare bene insieme anche alla scuola media e per affrontare qualsiasi ostacolo o difficoltà con coraggio, rispetto e senza paura di chiedere l’aiuto e il sostegno dei compagni e degli insegnati.

Dovremo metterci certamente molto impegno e a volte sicuramente sbaglieremo, ma sappiamo che gli errori servono per imparare.
Adesso ci sentiamo più sicuri e più pronti a diventare grandi.

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