
Tra le frasche del canneto, non di rado, ancora oggi, si vedono brillare i due occhioni furbeschi di Menegonda.
Di nutrie in giro c’è ne sono tante ma solo una si ricorda per la sua curiosa coda diventa leggendaria.
Menegonda è nata in riva ad un torrente come tanti, tra la plastica e i detriti abbondanti.
Fin da subito ha imparato a scavare tane, nuotare, ma soprattutto a giocare. Ama fare scherzi: ai cigni sbucando di soppiatto dall’ acqua, agli aironi spaventando i pesci, ai pochi pescatori annodano le lenze, ai bambini rilanciando i sassolini.

Lei si presenta bene, giocosa e sempre sorridente ma quando esce dall’ acqua la sua spaventosa coda da topo provoca ribrezzo e paura e lei rimane, come al solito, da sola.
Un giorno d’estate i ragazzi si ritrovano a fare festa nel greto del fiume. Ore di giochi, schiamazzi, musica a volumi stratosferici e per finire i piccoli cannoni spara coriandoli.
Tutti gli abitanti del fiume sono intimoriti da quella baraonda: come non bastasse il degrado originario.
Tutti tranne la mitica Menegonda che si aggira tra gli avanzi di cibo e i residui della festa. In tutto quel frugare la coda le rimane impigliata in un piccolo anello di plastica da cui partono tante stelle filanti colorate.


Menegonda tenta subito di liberarsi ma ecco che viene notata da Riccardo il più intraprendente dei ragazzi che richiama l’ attenzione del gruppetto festante. Menegonda, scoperta, sfodera il suo fantastico sorriso e inizia a fare le sue acrobazie si chiude a riccio saltella e rimbalza. Si ferma in posa sorride e riparte. I ragazzi, di telefonino armati, subito postano nel web.

L’ ansa Menegonda diventa notizia nazionale. Il sindaco in una intervista dichiara: ” E’ sicuramente una allegra richiesta di aiuto. Stiamo rovinando il nostro torrente!”.
In pochi giorni la zona è campo di influencer e Tv . Riccardo e i ragazzi hanno il loro bel da fare tra visualizzazioni, magliette e stickers con l’immagine di Menegonda. I gadget vanno a ruba e parte del ricavato viene usato per ripulire l’ambiente.

Menegonda, oggi, non sfoggia più la sua codina colorata, nessuno ha più paura di lei.
Sulla riva del fiume vi è una grande targa: “A Menegonda che con la sua curiosità ha salvato il fiume per chi c’era e per chi ancora ci sarà”.
QUI DI SEGUITO IL TESTO CON I DISEGNI ORIGINALI SCARICABILE IN VERSIONE PDF