La fiducia è un argomento difficile e nel mio caso sensibile da trattare: è un po’ come il silenzio, custode premuroso della parola.
Avere fiducia è esattamente come provare “fede in qualcuno”. Per fede si intende avere una certa confidenza, tale da poter raccontare qualsiasi cosa, senza sentirsi giudicati né tanto meno strani, anche perché senza la fiducia nessuno di noi sarebbe qui!
Ad esempio, mi chiedo, avremmo dei dubbi sulla scoperta di grandi città, solo perché non li abbiamo mai visti di persona? Inoltre, la fiducia è anche un “metodo di conoscenza”, più precisamente la vera strada per conoscere qualcuno.
Grazie a ciò identifichiamo l’individuo, per il semplice motivo che tutti noi abbiamo bisogno di certezze morali, anche dette esistenziali. L’espressione certezze “morali” deriva dal latino (etim.: mos-moris=atteggiamento, abitudine) e significa “comportamento”.
Tutti noi ne abbiamo bisogno, in ogni singolo istante della nostra vita per il semplice motivo che siamo umani e abbiamo bisogno di continue rassicurazioni e certezze.
Io sono una persona timida e chiusa, faccio molta fatica a vivere e soprattutto non mi fido molto delle persone. Nel mio caso, come capisco se posso fidarmi?
Insomma, per riconoscere come importante una persona, bisogna confrontarla lentamente con l’ABC per dare fiducia:
a) Ciò che l’individuo mi racconta, è vero? Ha a che fare con ciò che voglio veramente? Confronto se quello che mi hanno detto, poggia ed è coerente con i miei desideri!
b) Osservo se il soggetto mi aiuta, nonostante questo implichi un sacrificio enorme. Controllo se l’aiuto è dato con il cuore, benché ci voglia un sacrificio!
c) Intuisco se la persona in questione mi aiuta e supporta sempre, soprattutto se GRATUITAMENTE e proprio perché mi vuole bene. Controllo se l’aiuto e il sostegno sono dati gratuitamente e senza pretese!
Arrivati a questo punto, mi sorge una domanda: “Esiste ancora la cosiddetta fiducia collettiva?“
Alcuni di noi pensano che in fondo tutti abbiamo fin dalla nascita una certa “fiducia di base, una fiducia di fondo”. Fiducia, per esempio, che il pavimento ci sorregga, mentre invece altri compagni ritengono che prima di fidarsi di qualcun altro, occorre prima fidarsi di noi stessi e in particolare delle proprie potenzialità: “PIÙ TI FIDI DI TE STESSO, E PIÙ TI PUOI FIDARE DEGLI ALTRI”.
Per aiutarci a rispondere e a capire prendiamo come esempio il grande Don Milani, colui che diede tutta la sua vita per i ragazzi, per far sì che diventassero cittadini sovrani.
Infatti, alla fine della sua vita, chiese perdono a Dio, dicendogli: “Scusa, chiedo perdono se ho amato più i ragazzi, che Te”. E grazie all’esempio di Don Milani e ai vari dibattiti in classe, tutti quanti abbiamo le idee più chiare e perciò abbiamo capito che a questa età è difficile identificare qualcuno, perché si hanno poche esperienze ed è un po’ come se ci mancasse una chiave particolare per entrare dentro di noi e capire ciò che ci manca realmente, per vivere e scoprire le certezze esistenziali.
In particolare, per aiutarci a superare questa fase dell’adolescenza ci sono i nostri genitori: coloro che nel bene o nel male tifano sempre per noi e sono pronti a sostenerci anche in caso ci crolli il mondo addosso, proprio per ricominciare da zero!
Per concludere il dibattito, abbiamo guardato un video per comprendere che “la parola ci fa tutti eguali”. In questo documentario che abbiamo visto si racconta brevemente e chiaramente la vita di Don Milani spiegando quanto il suo amore per i ragazzi fosse fondamentale e lo tenesse in vita ogni singolo giorno. Li amava talmente tanto che per loro fece tantissimi sacrifici, addirittura subendo molte critiche e addirittura denunce, senza temere che fosse messa a repentaglio la sua vita!
Dopo diverse discussioni siamo arrivati alla conclusione che la parola è come una soglia: è parte fondamentale della vita umana! Inoltre abbiamo approfondito il tema della fiducia.
Abbiamo fatto un affondo sul fatto che la fiducia può sorgere anche dal possesso della parola, intuendo che è fondamentale per svolgere qualsiasi azione ed è veramente difficile da conquistare; a parer mio, allo stesso tempo è veramente complicato trovare qualcuno di cui fidarsi ciecamente, al 1000%, ma una volta trovato colui o colei che mi sappia illuminare le giornate e che rispetti alla perfezione l’ABC, allora io mi riterrei fortunatissima quasi come una persona che abbia vinto alla lotteria.