Il ciuccio

“Il ciuccio” è l’ultima fiaba che la nostra Lavinia Agosti, docente di scuola primaria all’Ic Crosara di Cornaredo Vicentino ci ha voluto regalare prima della pausa estiva. Avvolgente e sensibile questa nuova storia, racconta con delicatezza il valore degli oggetti simbolici nell’infanzia e l’importanza delle emozioni nella crescita.
Attraverso le esperienze di Anna ed Ester, il racconto invita i piccoli lettori a riflettere sul distacco, sull’accoglienza e sulla scoperta di sé.
Il ciuccio, ribattezzato “Spazierello”, diventa ponte emotivo tra due mondi: quello dell’immaginazione infantile e quello della realtà scolastica.

In modo semplice e coinvolgente, la storia valorizza il ruolo dell’empatia e della gentilezza nei primi rapporti sociali.
Una fiaba che accompagna bambini e adulti a esplorare il tempo dell’attesa, della condivisione e dei nuovi inizi.
(Tutte le fiabe scritte da Lavinia Agosti sono pubblicate nel sito di Barbiana 2040)




di Lavinia Agosti

Anna guarda l’orologio. Anche questa mattina è in ritardo.
Anna
Jeans, maglietta, calzini, scarpe, “le allaccio? No, non ho tempo! La corriera sta arrivando”. Anna parla da sola cercando di riordinare tutte le idee. Scende velocemente la strada verso la fermata con in bocca un biscotto e la felpa agganciata in malo modo allo zaino. Sventola in aria la tessera dell’ autobus  confidando nel buon cuore dell’ autista che, notandola dallo specchietto retrovisore, l’aspetta per ripartire.
Anna fa un cenno di ringraziamento al conducente e poi si scaraventa trafelata sul sedile. Dal finestrino intravede un oggetto curioso abbandonato sotto al cartello della fermata, non fa a tempo a identificarlo che la corriera riparte. La giornata scolastica passa velocemente tra interrogazioni, esercizi, spiegazioni e quattro chiacchiere con le amiche.
Alle 12.20 in punto, come ogni giorno, le porte della corriera si aprono ed Anna riassapora un attimo di tempo lento. Le ritorna  subito in mente l’ oggetto misterioso intravisto al mattino. Ed eccolo è un piccolo succhietto perduto da qualche bambina.
Anna, lo esamina per bene . È carinissimo. Ma poi lo lascia in bella vista, vicino al cartello degli orari, nella speranza che qualcuno lo riconosca.

Ester
Ester da ieri è irrequieta. La mamma le ha provate tutte: la copertina da mordicchiare, il lecca-lecca alla fragola, il succhietto di riserva. Tutto senza riscontro. Ester, anche se grandicella, vuole solo il suo ciuccio, che da sempre ,in famiglia, è chiamato “Spazierello”; un ciuccio speciale.
Da mesi un galattico folletto a tutti noto, come nonno Alberto, tranne ad Ester naturalmente, ogni sera fa nella ghiera un forellino: una volta a forma di stella, di razzo  e altre volte di pianeta.
“Un giorno o l’altro Spazierello ci lascerà per galassie più lontane”, sentenzia il nonno sperando che,  finalmente, del ciuccio di Ester rimanga solo un bel  ricordo.
Quel giorno sembra proprio arrivato.

Due settimane più tardi Anna
Il succhietto è ancora lì tutto solo, alla fermata delle corriere.
Anna lo raccoglie e dice a voce alta: “ Da oggi in poi viaggi con me!”.
“Anna che fai!?” esclama Jessica un po’ disgustata. “È solo un ciuccio” ribatte Martina. “È un’opera d’arte” ribatte Anna agganciando il succhietto  al suo zainetto come porta fortuna.

Ester anni dopo
“Mamma ho mal di pancia! Anzi no . Ho la febbre , il raffreddore e anche i pidocchi!”.
“I pidocchi? Altre ne inventi per non andare a scuola?”.
“Il primo giorno è sempre una forte emozione, soprattutto quando si cambia scuola”. Ribatte il nonno. “Ci vorrebbe Spazierello a farti coraggio”.
“Quel vagabondo se n’è andato per mondi lontani” risponde, stando al gioco, Anna.

Anna ed Ester
“Ricapitolando: alle 9 entrano quelli di prima. Ad ogni grande è affidato un nuovo iscritto. Farete da tutor per l’intera settimana.Tutto chiaro?” chiede l’ insegnante Antonella . Un sì corale riempie l’atrio della scuola.
Ester, sale la gradinata che porta all’ ingresso. Sembra infinita. Il cuore batte forte. Una schiera di ragazzi, con cartellini con i nomi dei nuovi studenti, sono pronti a fare accoglienza.
Ester intravvede il suo nome. Una ragazza dai lunghi capelli neri sventola distrattamente un cartello azzurro. Un insieme di pensieri contrastanti invadono la testa di Ester :”Devo proprio andare con lei? Non mi sembra simpatica. E se poi comincia a fare domande? E se invece sono io antipatica a lei?”.
Anna sistema lo zainetto in spalla , facendo dondolare una serie di monili appesi alle cerniere.
“Impossibile”grida  Ester. “Spazierello È tornato da me!”.
Ester corre incontro ad Anna. E senza dire una parola accarezza il suo ciuccio. Anna fa altrettanto. Le due mani si sfiorano e si uniscono attorno a Spazierello.
Senza nemmeno dire una parola, dopo uno sguardo d’intesa, certe di avere un qualcosa in comune, le due entrano a scuola verso nuovi spazi e nuove opportunità.

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