Il Manifesto di Barbiana 2040 /1
Il principio di aderenza alla realtà

Punto di partenza dell’azione didattica è la realtà, l’aderenza ai contesti di realtà entro i quali i nostri alunni vivono, l’aderenza alla cultura informale, come fonte di spunti occasionali che possono diventare motivi profondi di crescita e di apprendimento per tutti.
Come docenti-educatori, dobbiamo conoscere e comprendere i bisogni dei bambini e dei ragazzi, le loro potenzialità e necessità profonde, riconoscendo le identità e raccordando le diversità di ciascuno in uno scenario scolastico che permetta a tutti di sentirsi unici e importanti.
Così, anche l’emarginato entra con la sua cultura informale e viene reso cosciente della sua ricchezza che accresce le competenze del gruppo.
Vogliamo favorire il dialogo tra diversi, l’ascolto del parere altrui e, insieme ai nostri alunni, sempre per mezzo del confronto, scoprire la complessità del reale. In aderenza alla realtà, si arriva a cogliere l’unicità del sapere e a frantumare le barriere tra le discipline.
Partiamo dalla parola come atto del pensiero e della personale sensibilità, lavoriamo sulle parole (etimo) e con le parole (scrittura collettiva) per generare in ciascun alunno la formazione di un’identità individuale unita ad un profondo senso di cittadinanza. Crediamo sia fondamentale trovare a scuola le parole che diano voce alla cultura informale.

Aderenza è unione e accoglienza. Finché alla realtà, a volte dura, delle famiglie, dei comportamenti devianti, dell’ignoranza dei nostri ragazzi opponiamo il nostro sdegnato “non è possibile”, non vi sarà un inizio nuovo, non vi sarà pedagogia dell’aderenza Aderenza tra la parola e il pensiero, coerenza tra il dire e il fare, conformità tra le attività scolastiche e il trito quotidiano, in una continuità certa e non inventata.
Non si programma, non si apparecchia in anticipo la tavola, ma si parte da quei pretesti che per quanto non sempre visibili, catapultano la realtà casualmente e tutti i giorni sulla nostra tavola.
È dentro il dialogo che il maestro e l’allievo cercano la verità per mezzo del confronto, mettendo in gioco i vari punti di vista e ascoltando il parere dell’altro. Il motivo occasionale, rappresenta gli eventi occasionali, ossia ciò che la vita ti apparecchia sul tavolo ogni giorno, il motivo profondo veicola la didattica a costruire un’etica comune, l’insieme di regole condivise per il raggiungimento di obiettivi importanti, anche di apprendimento.

Punto di partenza è la realtà, l’aderenza al contesto. Il contesto di realtà del bambino e del ragazzo non sempre è la realtà ma ciò che l’alunno vive.
Progettare uno scenario vivo in quanto reale, anziché provvedere ai soli contenuti.
Aderire alle loro necessità e potenzialità. Saper riconoscere e raccordare le diversità di indole e di carattere di ognuno.
Stimolare chi è in difficoltà ad essere parte integrante del gruppo che lo accoglie.
Non limitarsi a prendersi cura dell’emarginato, ma renderlo cosciente = I CARE.
Utilizzare le competenze per operare in contesti di realtà.

Conoscere il contesto nel quale l’alunno vive ed è vissuto, il mondo delle famiglie, delle comunità.
Favorire il dialogo tra diversi.
Aderire alla cultura informale che va conosciuta e compresa dall’insegnante.
Partire dalle abilità individuali per farle diventare competenze accresciute dalla consapevolezza critica, nella condivisione col gruppo.

Trovare a scuola le parole che diano voce alla cultura informale.
Partire dalle parole, lavorare sulle parole (etimo), e con le parole (scrittura collettiva) per generare l’identità individuale e di un intero popolo.
La parola come atto, non un’astrazione. Il dire è il fare che abbiamo certo già pensato prima di pronunciare.
“Essere dilettanti in tutto e specialisti soltanto nell’arte del parlare.”

Punto di partenza è la realtà, l’aderenza ai contesti di realtà entro i quali i nostri alunni vivono, il mondo delle loro famiglie, delle varie comunità.
Come docenti-educatori dobbiamo conoscere e comprendere la cultura informale dei bambini e dei ragazzi, i loro bisogni, le loro potenzialità, riconoscendo il valore della diversità di ciascuno per raccordarle tutte in uno scenario scolastico vivo in quanto reale.
Cercheremo di sfruttare i motivi occasionali che la quotidianità scolastica offre, trasformandoli in motivi profondi di crescita e di apprendimento per tutti.
Favoriremo il dialogo tra diversi, l’ascolto del parere altrui e cercheremo insieme ai  nostri alunni la verità,  sempre per mezzo del confronto.
Partiremo dalla parola come atto del pensiero, lavoreremo sulle parole (etimo) e con le parole (scrittura collettiva) per generare in ciascuno alunno la formazione di un’identità individuale unita ad un profondo senso di cittadinanza.

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