Come insegnare a pensare
senza annoiare gli studenti

“La vera istruzione è insegnare alla gente a pensare da sola:
è una faccenda complicata che richiede la capacità
di catturare l’attenzione e l’interesse degli studenti
per far sì che questi vogliano pensare, imparare ed esplorare nuovi campi”.
Noam Chomsky

Come insegnare a pensare senza annoiare?
Bisogna creare ed immergere i bambini in un ambiente di apprendimento, aula del pensiero; tanto più i bambini saranno circondati da pensiero, tanto più riusciranno loro stessi a maneggiarlo, utilizzarlo, parlarne, immaginarne.
Gli alunni vengono invitati a giocare con le parole oltre che con gli oggetti; il compito del docente è quello di stimolare la creatività per allenare a “pensare” partendo dall’esperienza concreta, dal gioco e dalla fantasia.
Condotti nel mondo delle parole, agli alunni viene offerta un’ esperienza immersiva didatticamente significativa di contaminazione tra cartaceo e digitale con l’uso del web come “ambiente” di apprendimento. In una classe prima di scuola primaria i bambini vengono sollecitati a pensare attraverso la manipolazione di immagini mentali e di oggetti fisici.

Lettura dell’albo illustrato “Zoo segreto” di Giovanna Zoboli e Francesca Bazzurro
Inizia la conversazione sull’albo, vengono riportati i dialoghi socratici dei bimbi.

– La protagonista è una bambina, Angelica, colorata tutta di rosso che si distingue dagli altri personaggi tutti bianco e nero.
– È un libro sul pensiero.
– Angelica pensa e ripensa, certe volte i suoi pensieri sono cattivi come coccodrilli, altre volte sono placidi come ippopotami.
– E poi ci sono i pensieri eleganti, semplici, distratti, profondi, superficiali, pensieri lenti e pensieri veloci, rumorosi e silenziosi.
– Alla fine, tanti tipi di pensieri!
– Quando Angelica dorme, da fuori sembra che non succeda niente; invece, dentro ci sono tanti pensieri in movimento.

I pensieri non si fermano mai!
– (….)
– Ho capito perché ci hai fatto vedere e ascoltare questo libro! La bambina è in viaggio coi suoi pensieri come noi.


Troppo spesso da adulti escludiamo a priori la possibilità di provare qualcosa di nuovo perché sconosciuto o perché si pensa troppo difficile per i bambini.
Il mio invito è quello a mettersi in viaggio con la disponibilità d’animo del viaggiatore, di colui che lascia la sua comfort zone dove tutto è familiare e sotto controllo, per crescere ed imparare, per scoprire nuove possibilità di essere ed agire.

Serve solamente un po’ di rischio e coraggio!

Dobbiamo alzare l’asticella con gli alunni, osare un po’ e agire nella famosa zona di sviluppo prossimale di Vygotskij, offrire cioè la possibilità di favorire l’apprendimento anziché ostacolarlo prevenendo emozioni negative come il senso di frustrazione e fallimento.

I bambini con i loro pensieri sono capaci di STUPIRCI ed INCANTARCI, basta solamente starli ad ascoltare!

(…) “e poi ho scoperto che quel prete lì era fissato con le lettere e con le parole. C’aveva un modo di fregarti quel prete lì!
Invece che dirti lui le cose a te, te le faceva dire te a lui. E così dicevi delle cose che non sapevi di sapere. Si chiama pensare.
“Il maestro”, scritto da Fabrizio Silei. Per raccontare un’altra scuola… quella di Don Lorenzo Milani.

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