Imparare a imparare
come percorso di consapevolezza

BILANCIO LABORATORIO SCRITTURA COLLETTIVA CLASSE 4U
SCUOLA PRIMARIA MONTEVECCHIA
INSEGNANTE: ISACCHI CLAUDIA
NOVEMBRE-DICEMBRE 2023

IL CONTESTO
La classe 4U (unica) è composta da 24 alunni di cui uno con disabilità grave. A fronte di ciò, fatico a capire la scelta di mantenere un’unica classe, così numerosa in un plesso piccolo, dove il numero di alunni sta diminuendo a causa del calo demografico.
La scuola, collocata in un bel contesto ambientale, è posizionata su due piani e comprende diversi spazi, non del tutto utilizzati.
Ne ho accennato all’insegnante di classe, Claudia, rimandando però gli approfondimenti della questione.
Il primo impatto con il gruppo è stato positivo, una buona accoglienza, pur senza troppo clamore.
L’aula è molto spaziosa (forse ricavata da un atrio?), i banchi sono messi a isole di 4, in quella vicino alla porta siede anche M. in carrozzina, accanto a lui l’insegnante di sostegno che gli sorregge il capo mentre gli propone materiale diverso da manipolare. Una bambina lo assiste molto da vicino, la maggior parte dei bambini, nel momento in cui gli si avvicina, lo accarezza spontaneamente.

Fin dal primo impatto, noto che i bambini sono abituati a lavorare in gruppo, a condividere, ad ascoltare le diverse proposte per arrivare decisioni comuni (mentre entro stanno infatti decidendo come suddividersi i libri dati dalla biblioteca). Sanno prendere appunti.
La maestra Claudia e la collega di matematica, hanno concordato che durante i laboratori di scrittura collettiva, la classe sarà divisa in due gruppi che si alterneranno per 5 volte il mercoledì mattina dalle 9.00 alle 10.30.
Il gruppo che non avrà preso parte al mio laboratorio, svolgerà le stesse attività con la maestra Claudia in un altro momento della settimana. In questo modo Claudia proverà a cimentarsi personalmente nella scrittura collettiva, dopo che ha partecipato alla formazione che Edoardo Martinelli ha tenuto a settembre all’Istituto di Barzanò. Va specificato che Claudia fa parte dell’MCE, quindi già avvezza a pratiche didattiche basate sulla cooperazione.

INCIPIT
Claudia mi ha proposto come argomento del laboratorio la scoperta della scrittura da parte dei Sumeri, cosa che i bambini stanno cominciando a trattare in storia.
Proponiamo quindi al primo gruppo l’immagine della tavoletta senza fare commenti e chiedendo ai bambini di scrivere su un fogliolino ciò che l’immagine ha loro suggerito.

FOGLIOLINI SCRITTI DAI BAMBINI  SUBITO DOPO LA PROIEZIONE ALLA LIM DELL’IMMAGINE DELLA TAVOLETTA
• UNA  CITTÀ
• FRECCINA
• INCISIONI
• IO VEDO UNA SPIGA DI GRANO IN UN BARATTOLO
• CAMPO DI GRANO CON DEI VASI
• DELLE COSE UMANE E ANTROPICHE
• UN METODO PER COLTIVARE IL GRANO
• UNA ROCCIA INCISA DA QUALCUNO
• UN CAMPO DI SPIGHE DI GRANO
• VEDO UNA FACCIA
• MUSI DI CANE IN ALTO A DESTRA
• LA CITTA’ FANTASIOSA
• UN METODO PER PIANTARE
• ARTE RUPESTRE
• DEGLI ATTREZZI PER L’AGRICOLTURA DI FIANCO A UN CAMPO DI
• UN UOMO CON GAMBE STACCATE SENZA TESTA
• IL GRANO
• ARTE RUPESTRE
• ARTE RUPESTRE E INCISIONI

Questa prima proposta “alla cieca” ha una duplice finalità: sicuramente creare un’attesa, partire dal contesto di realtà, e non ultima, vedere se nei bambini ci siano preconoscenze che essi utilizzano per interpretare il reperto archeologico in esame.
Da come si può notare dai fogliolini, la maggior parte dei bambini si sofferma a dare una lettura dei singoli segni, anziché analizzare la tavoletta nel suo insieme.

Dal diario di bordo della maestra Claudia:
…nell’osservare l’immagine si concentrano molto sul ricondurre gli elementi della tavola a qualcosa di conosciuto e talvolta moderno, senza osservare troppo il contesto o farsi domande che vanno oltre ciò che vedo (chi lo ha fatto, perché, quando…)

Quattro fogliolini fanno riferimento all’Arte rupestre. Tutta la classe è andata recentemente in Valcamonica al Parco delle incisioni rupestri.
Anche la lettura dei singoli segni si differenzia: alcuni ne danno un’interpretazione realistica (spighe di grano, vasi) altri una marcatamente fantastica
(es. UN UOMO CON GAMBE STACCATE SENZA TESTA).
Già da questa prima analisi si può dedurre la composizione eterogenea del gruppo caratterizzata da preconoscenze diversificate, ma anche da una diversa maturità di riflessione. Vedremo più avanti come questa suddivisione ritorni anche nell’elaborazione del testo collettivo.

Dal diario di bordo della maestra Claudia:

DOMANDE:
Come portarli a capire/scoprire/conoscere quello che realmente rappresenta questa tavola senza trascurare le loro idee iniziali?
Partendo dalla lettura di tutti i fogliolini, dalla loro trascrizione, nasce il confronto e inizia il processo di costruzione del sapere attorno ad un tema. Ascoltando quanto scritto dagli altri, i bambini recuperano ad esempio conoscenze semplicemente dimenticate o non perfettamente acquisite. L’anonimato garantisce l’astensione dal giudizio (sia in senso attivo che passivo) stimolando la partecipazione e il coinvolgimento di tutti.
L’insegnante come regista ascolta gli interventi e rilancia quelli più significativi alla progressione del pensiero chiedendo ai bambini con maggiore competenza di argomentare le proprie affermazioni sulle quali chiede comunque l’accordo del gruppo.
E’ un processo lungo, faticoso soprattutto nelle prime fasi, gli effetti sono quelli di superare il mero addestramento tipico dell’insegnamento frontale e soprattutto di  favorire la consapevolezza che l’apprendere è un processo non solo individuale ma anche cooperativo, non solo e soltanto cognitivo ma anche metacognitivo e riflessivo.
In questo modo si rispettano i diversi stili di apprendimento usando più canali di trasmissione e educando gli alunni a trovare modi e strategie a loro più idonei.
Sicuramente in classe non sempre e per tutto è possibile procedere in questo modo, occorrono anche lezioni frontali divulgative, ma lo stile, l’approccio didattico da privilegiare resta quello fondato sul coinvolgimento attivo degli alunni nelle diverse fasi: raccolta delle preconoscenze, ricerca, sintesi.
Occorre pensare che nella nostra azione didattica ciò che è veramente importante è il percorso, il processo d’apprendimento, non solo il prodotto finale, magari da verificare con prove standard.
Operando in questo modo i docenti della scuola primaria solcherebbero in modo più agile le nuove  linee guida per la valutazione, difficilmente percorribili restando ancorate a una didatticamente puramente trasmissiva.

PRIMA SCRITTURA COLLETTIVA
Dopo la lettura e la copiatura dei fogliolini

A GRUPPO UNICO
QUANDO LA MAESTRA CLAUDIA HA ACCESO LA LIM ABBIAMO VISTO UN “FRAPPE’”, UN MISCUGLIO DI COSE: UNA BOTTIGLIA DI WHISKY, DELLE SPIGHE DI GRANO, UTENSILI PER GLI ESPERIMENTI, ALBERO, BUCHI E BORRACCIA.
ALCUNI HANNO VISTO UN QUADRO DEGLI ANTICHI, ARTI RUPESTRI E SCRITTURA DISEGNATA.
ALTRI, INVECE, NON HANNO AVUTO NESSUN’IDEA E FATTO NESSUNA IPOTESI. 

Dal diario di bordo della maestra Claudia.

Diversi metodi di lavoro:
– Leggono tutti i fogliolini, evidenziano con colori diversi in base al contenuto, scelgono un fogliolino dal quale partire e poi proseguono con gli altri colori
– Leggono un fogliolino, lo evidenziano di un colore, cercano tutti quelli simili, scrivono un paragrafo su quell’argomento. Poi proseguono con gli altri colori
– Scelgono il fogliolino dal quale partire, evidenziano con lo stesso colore i fogliolini che vogliono far seguire al primo. Poi cambiano colore (per indicare una sorta di secondo paragrafo, anche se questa divisione non avviene per contenuto) e proseguono.

I bambini di ciascuno dei 2  gruppi, vengono suddivisi in ulteriori piccoli gruppi con la consegna di leggere i fogliolini, correggere gli errori e quindi organizzarli per la stesura di un testo collettivo. I bambini avevano precedentemente lavorato in questo senso nel grande gruppo classe per la stesura di un primo testo collettivo, quindi avevano già in mente le diverse fasi da seguire.

PRIMO ESEMPIO DI TESTO COLLETTIVO  (GRUPPO DI 3)
I bambini scrivono una frase introduttiva cui segue, dopo I due punti, un elenco puntato.

QUANDO LA MAESTRA CLAUDIA HA ACCESO LA LIM E’ APPARSA UN’IMMAGINE CHE SEMBRAVA:
– UN METODO PER PIANTARE E COLTIVARE IL GRANO
– UNA ROCCIA INCISA DA QUALCUNO CON UN SASSO APPUNTITO
– UNA SPIGA DI GRANO IN UN BARATTOLO E DEI VASI
– UNA CITTA’ FANTASIOSA
– UN UOMO CON GAMBE STACCATE SENZA TESTA
– UNA FACCIA
– DEGLI ATTREZZI PER L’AGRICOLTURA DI FIANCO A UN CAMPO DI GRANO
– DEI MUSI DI CANE IN ALTO A DESTRA
– UNA FRECCINA
– DELLE COSE ANTROPICHE

SECONDO ESEMPIO DI TESTO COLLETTIVO
Dopo la lettura di tutti I fogliolini, I bambini ne selezionano uno che utilizzano come titolo della scrittura.

ROCCIA SCOLPITA CON UN SASSO APPUNTITO O INCISA DA QUALCUNO
Ognuno di noi ha visto un’immagine e ha pensato queste cose:
ARTE RUPESTRE E INCISIONI;
DEGLI ATTREZZI PER L’AGRICOLTURA DI FIANCO A UN CAMPO DI GRANO

TERZO ESEMPIO DI TESTO COLLETTIVO
Il maestro Edoardo Martinelli direbbe “l’atteso imprevisto”.
Con gli stessi fogliolini, questo gruppo inventa un testo narrativo fantastico:

Una volta c’era una città fantasiosa e una freccina
DENTRO LA CITTA’ FANTASIOSA C’ERA UN ORTO DI SPIGHE DI GRANO, un giorno arrivò un uomo senza testa e con le gambe staccate, prese i suoi attrezzi per coltivare …

I tre esempi riportati evidenziano come a fronte di strategie diverse nella lettura dei fogliolini, corrispondano poi tipologie testuali differenti, di cui una del tutto inaspettata.
La scrittura collettiva lascia la libertà di elaborare scritti diversi, unica condizione è che la scelta sia concordata all’interno del gruppo con tutti i partecipanti.
Per riprendere la nuova valutazione, i tre esempi potrebbero a mio giudizio costituire un significativo COMPITO AUTENTICO per la raccolta di quelle evidenze che ci vengono solo dall’osservazione dei bambini all’opera, dalla messa in campo di competenze diverse.

Dal diario di bordo della maestra Claudia.
DURANTE LA LEZIONE DI STORIA, IL GIORNO SUCCESSIVO (TEMA: LE CIVILTA’ URBANE, IL TERRITORIO DELLA MESOPOTAMIA), QUALCUNO VEDE SUL LIBRO DI STORIA UN’IMMAGINE MOLTO SIMILE A QUELLA VISTA AL LABORATORIO.
LA CLASSE “SI ILLUMINA” E CHIEDE DI POTER APPROFONDIRE. A GRUPPI STUDIANO LA PAGINA IN CUI E’ PRESENTE LA TAVOLETTA, SCOPRIAMO DOVE E COME NASCONO LE PRIME FORME DI SCRITTURA. LE COLLOCHIAMO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO.

Un altro atteso imprevisto, sicuramente non programmato a tavolino e che attiva nel gruppo una ricerca spontanea che ricollega a quanto già visto e che riapre verso nuove conoscenze, motivando l’apprendimento.

Dal diario di bordo della maestra Claudia

La maestra Claudia gestisce autonomamente il gruppo procedendo nel percorso di approfondimento della scoperta della scrittura.
1 – Dico che spiegherò loro cosa rappresenta l’immagine vista durante il primo incontro, poi saranno loro, attraverso il testo collettivo, a spiegare al gruppo 2 cos’è quell’immagine.
2 – Spiegazione sulla tavoletta sumera di Kushim
3 – Spazio alle loro domande
4 – Scrittura fogliolini (3 ciascuno): scrivete una cosa che vi ha colpito, oppure un’informazione che secondo voi i vostri compagni devono proprio sapere.
5 Trascrizione fogliolini a piccoli gruppi (sono stati trascritti quasi tutti).

OSSERVAZIONI
La richiesta di ascoltare e scrivere per spiegare agli altri compagni è estremamente motivante: ascoltano la spiegazione curiosi e ricettivi, pongono domande pertinenti, di approfondimento, per capire a fondo.

Usando il testo collettivo scritto nelle settimane precedenti, il gruppo 2 spiega al gruppo 1 il lavoro fatto e quello che hanno capito/imparato.
SI TRATTA DI UNA TAVOLETTA DI ARGILLA CHE CONTIENE INFORMAZIONI SULLA QUANTITÀ DI ORZO ED È STATA TROVATA NELLA CITTÀ DI URUK.
KUSHIM UTILIZZA UNA SCRITTURA FATTA DI SIMBOLI INVENTATA DAI SUMERI IN PARTICOLARE I SACERDOTI.
I SUMERI RAPPRESENTAVANO I MESI DENTRO UN ROMBO COSÌ ABBIAMO CAPITO CHE IN 37 MESI I CONTADINI SUMERI HANNO RACCOLTO 29.086 PORZIONI DI ORZO.  I SUMERI NON USAVANO I CHILI, MA LE QUANTITÀ LE CHIAMAVANO “PORZIONI DI ORZO”.

QUESTIONI APERTE
I fogliolini non riportano tutte le informazioni effettivamente importanti: una volta composto il testo, mancheranno alcune informazioni.
Si potrà integrare dopo averlo riletto (con fogliolini o senza, intervenendo sul testo in modo “libero”?).

Il testo collettivo resta un testo aperto che può sempre essere completato con ulteriori informazioni e riflessioni. Le aggiunte vanno però sempre condivise e concordate con gli autori proprio per mantenere fede al processo di scrittura.
Non ultimo, occorre che la richiesta sorga dal gruppo e non sia imposta dall’insegnante che vuole finire l’argomento per passare ad un altro.
In questo modo tutti possiamo comprendere che la conoscenza è un percorso infinito e proprio per questo nessuno, grande o piccolo, docente o discente, può dirsi mai arrivato.

Dalle Indicazioni Nazionali
Le otto competenze-chiave. Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE).
Imparare a imparare è l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo. Questa competenza comprende la consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di sormontare gli ostacoli per apprendere in modo efficace.
Questa competenza comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento. Il fatto di imparare a imparare fa sì che i discenti prendano le mosse da quanto hanno appreso in precedenza e dalle loro esperienze di vita per usare e applicare conoscenze e abilità in tutta una serie di contesti: a casa, sul lavoro, nell’istruzione e nella formazione. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una persona possa acquisire tale competenza.

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