Laboratorio e dialoghi socratici
perché la pace ci fa stare bene

Facciamo un salto in classe, il primo anno della primaria anno scolastico 2021-2022. Un laboratorio in classe sul tema della guerra e della pace secondo le regole del dialogo socratico, un dibattito, un confronto in cui l’insegnante da regista “milaniana” conduce un’interazione dialogica con i propri allievi per “arrivare” a una verità il più possibile condivisa. Il tema è potente, la sensibilità dei bambini è altissima.

La maestra lancia la discussione con una domanda: La parola PACE ci fa stare bene INSIEME? Perché?

– Sì! Perché se c’è la PACE non c’è la GUERRA.
Maestra: Che cos’è la PACE?
Darsi la mano.
– Abbracciarsi.
– Stare bene insieme.
– Non litigare e non dire parolacce.
– Aiutarsi ed essere amici.
– Tornare amici dopo aver litigato.
– Non uccidersi.

Maestra. Cerchiamo sul dizionario il significato di PACE.
Pace è armonia, benessere e assenza di conflitti, di litigi. Deriva dal latino PAX: legare, unire, pattuire, saldare.

Visione dell’albo illustrato “Guerra, lasciaci in pace!” di Benevelli e Senofilli
Una bambina scrive una lettera alla guerra, le fa vedere tutte le cose belle che lei è in grado di distruggere. Il libro mostra le cose prima e dopo la guerra. Alla fine, la bambina che si chiama Speranza dice: “Guerra, lasciaci in pace!”
– E’ vero la guerra distrugge le case, le strade e gli ospedali, io l’ho visto al telegiornale.
– Come sta succedendo in Ucraina ed oggi, 2023 anche in Israele e Palestina.
– Maestra, sai che in quarta, nella classe di mia sorella, c’è un bambino ucraino.
– E’ scappato dalla guerra, ma quando torna la pace lui ritorna al suo paese.

Dopo una lunga discussione, raccogliamo i fogliolini e scriviamo insieme.

La pace è il contrario della guerra.
Pace vuol dire stare bene insieme, ascoltarsi, rispettare il pensiero degli altri, essere libero e condividere le scelte.
Tutti dobbiamo impegnarci per un mondo di pace, noi bambini non dobbiamo litigare e dire parolacce, ma aiutarci, rispettarci, ascoltarci, parlare, perdonarci e stare insieme; lo stesso devono fare anche i grandi e i presidenti degli stati.

                Con i bimbi si prepara una wordcloud sulla PACE.                                              


Ascolto e lettura della poesia sulla guerra “I bambini giocano” di Bertolt Brecht

I bambini giocano alla guerra

E’ raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E’ la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.


Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

Dopo la lettura della poesia, a seguire, una lunga discussione sul testo della poesia. Poi i bimbi giocano alla pace.
Educare un bambino alla pace non è una cosa semplice.
Educare alla pace vuol dire educare alla condivisione, al rispetto, all’apertura mentale.
– I miei nonni pregano per la pace e dicono: Pace in Terra agli uomini di buona volontà!
– Cosa vuol dire?
– C’è pace solo tra gli uomini che sono buoni e vogliono il bene altrimenti se sono egoisti o cattivi la pace se ne va!

Gli alunni classe prima scuola elementare IC Sorisole

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