
La scrittura collettiva, un’attività che sto utilizzando nel mio lavoro con i bambini di terza primaria.
Mi incuriosiva l’idea di proporre questa pratica anche agli adulti, perché credo che possa essere un’opportunità preziosa per riflettere in modo condiviso su parole che usiamo tutti i giorni, ma che raramente esploriamo in profondità.
Dopo aver svolto un’attività di scrittura collettiva insieme ai bambini (qui il racconto dell’esperienza con gli alunni), ho deciso di far sperimentare anche ai loro genitori cosa significhi scrittura collettiva, partendo proprio dalla stessa parola proposta ai bambini, ovvero Preferenza.
Fatta una breve introduzione del lavoro, abbiamo ascoltato la canzone “Preferenza” di Paolo Amelio, per presentare il termine su cui riflettere.


Ad ognuno è stato consegnato un fogliolino sul quale è stato chiesto di scrivere che cosa significhi per loro la parola preferenza.
Alcuni dei fogliolini raccolti riportano:
• La preferenza è per me scelta, giusta o sbagliata che sia
• Preferenza per me è qualcosa che mi fa stare meglio
• La scelta di quello che mi fa stare bene
• Preferenza significa scelta di libertà
• Mettere al centro della mia vita un sentimento, un pensiero
• Consapevolezza



Ogni fogliolino poi è stato classificato in tre macro categorie:
1. Scelta
2. Bene
3. Libertà
Ogni gruppo aveva il compito di creare un titolo a partire dai fogliolini che gli erano stati assegnati. Tra tutti i titoli elaborati è stato scelto a votazione: né giusto né sbagliato. Il loro testo sarebbe stato destinato ai loro figli, ma in alcuni è nato il desiderio di regalarlo anche ai propri genitori.
Non si è arrivati alla stesura di un vero e proprio testo collettivo, ma questo tipo di scrittura è diventata un terreno comune su cui riflettere, in cui la voce di ciascuno ha trovato spazio e risonanza. Questo laboratorio svolto con i genitori è stato un modo per riscoprire la bellezza di creare con gli altri, senza giudizio, con spontaneità.
Al termine del lavoro è stato letto il testo scritto dai loro bambini con a tema la “preferenza” e come il testo terminava con la domanda: perché esiste la parola preferenza? Così ho lasciato ai genitori la provocazione di portare avanti l’esperienza vissuta diventando ricercatori insieme ai loro figli.