
C’è poesia anche nel piccolo mondo di una classe, dove persino le briciole di pastelli possono trasformarsi in un messaggio di gratitudine e meraviglia. In questo nuovo racconto di Lavinia Agosti, il mistero dei “furti” quotidiani svela una verità dolce e profonda: anche chi sembra invisibile – come il minuscolo ragnetto Ernesto – può imparare, osservare e dire grazie. In questa storia delicata, la scuola diventa un luogo vivo, abitato da emozioni e colori che insegnano a guardare oltre l’apparenza. La morale è semplice e luminosa: ogni gesto, anche il più piccolo, può contenere un mondo di riconoscenza e di scoperta reciproca.
Capita così ogni mattina, verso le sei, prima ancora dell’ arrivo della collaboratrice Maria per le pulizie di routine, c’è qualcuno che fa incetta di briciole di matite temperate. Solo un orecchio attento riesce a intercettare un lieve fruscio mentre una minuscola figura si muove, furtivamente, tra banchi e seggioline. A dire il vero, la maestra Manuela, sempre la prima a varcare la soglia della propria aula, sembra cogliere da qualche giorno una imprecisata presenza. “Sarà un fantasma ?” Esclama a voce alta,sistemando le schede per halloween. “Oppure il ruggito del fantastico dinosauro?”. Quello del poster gigante che sovrasta la parete in fondo all’ aula. “No, no! Sarà solo un attacco di assoluta fantasia!”.

Nessuno ci fa caso a questo ammanco, d’altronde a chi mai potrebbe interessare un po’ di segatura colorata?
Forse solo al piccolo Edoardo che da giorni non ha più la scusa per fare un giretto fino al cestino. Il serbatoio del temperino è sempre vuoto. Nell’ultimo mese i furti si sono intensificati, anzi raddoppiati. Le incursioni si fanno sempre più audaci. Anche la presenza degli alunni di classe quarta sembra non spaventare il ladro spregiudicato. Bricioline di legno spariscono dal banco di Ludovico mentre è intento a risolvere quelle antipatiche tabelline.
Sul foglio da disegno di Margherita sono rimasti solo minuscoli pezzettini di mina di pastello.
Sarà suggestione o forse solamente immaginazione ma tutti i bimbi si sentono osservati…A dire bene otto volte osservati.
Passano giorni frenetici: compiti, esercizi, verifiche e spiegazioni.
Mentre i bambini sono intenti a risolvere un problema di matematica uno strano fruscio fa sollevare lo sguardo contemporaneamente a tutti.
Paura? Un brivido? Ma no! È Meraviglia!
Dal soffitto penzolano centinaia di fili bianchi che finiscono con piccoli ventagli di pastelli; una magia di colori fluttuanti.

Sulla lavagna c’è uno strano groviglio di fili bianchi.
Tutto d’un tratto compare una scritta.: “Centomial volte grazie”.
La classe è in attonito silenzio.
Dal solito buchetto sotto la lavagna spuntano due zampette pelosette. Tutti sanno, da sempre, che lì vive un ragnetto tranquillo chiamato comunemente Ernesto. Esce, con una fantastica capriola, dalla sua piccola tana si posiziona sulla tastiera del computer .
Con saltelli scrive sulla LIM: “Andare a scuola con voi è un grande privilegio”. I bambini si guardano l’un l’altro. Tutti sapevano che c’era ma nessuno lo aveva mai pensato come compagno di banco.
Ernesto continua: “Da ognuno di voi ho imparato qualcosa di singolare ed eccezionale. Mille volte grazie agli insegnanti dai quali ho imparato la matematica, la geometria, l’inglese l’italiano… ma soprattutto la pazienza. Grazie a voi bambini ho imparato la perseveranza, l’amicizia, la dolcezza e il divertimento. Luca accenna un applauso, seguito dai compagni. Il movimento crea un turbinio. I fili cominciano allegramente ad ondeggiare colorando l’ aria d’incanto. Il ragno fa un inchino e torna felicemente nel suo posticino. Osserva la classe e pensa “Sono un ragnetto fortunato. Non capita a tutti di avere l’opportunità di imparare!”.





