
A Salamanca, nella Casa Escuela Santiago Uno, un gruppo di docenti italiani abbiamo vissuto una settimana che ancora profuma di pane, terra e fiducia. Una scuola dove si impara cucinando, costruendo, giocando. Dove la cucina diventa laboratorio di cura, i campi spazi di libertà, il pranzo un rito di comunità.
Qui l’educazione non giudica, ma accompagna. “Ogni ragazzo è una domanda aperta, non un problema”, ha detto il direttore Jesús Garrote. Gli insegnanti lavorano insieme a educatori, psicologi, artigiani: una vera comunità educante che mette al centro la persona, non la prestazione.
Dalla settimana e da questa esperienza di osservatori sono emersi tre semi preziosi: la cura come metodo, la comunità come forza educativa, la parola come strumento di libertà. Nel laboratorio di scrittura collettiva, lingue e storie diverse si sono intrecciate per dare voce a un racconto comune.
Siamo tornati da Salamanca senza portare souvenir, ma ricchi di idee, gesti e relazioni. Per noi sono semi di futuro da far germogliare anche nelle nostre scuole.
Ecco il mio diario di una settimana intensa e ricca di suggestioni da far fiorire
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