Io, insegnante della scuola 2.0, sono in grado di lavorare fuori dagli schemi? Accolgo il coefficiente di serendipità dei miei alunni?
La serendipità è un concetto affascinante che si riferisce alla capacità o fortuna di fare scoperte inaspettate e felici, spesso mentre si sta cercando qualcos’altro.
Questo fenomeno non è solo fortuna; nasce da un intreccio di astuzia, curiosità, sagacia, immaginazione e colpi di fortuna colti al volo. La serendipità ci rivela anche che spesso non sapevamo di non sapere.
Telmo Pievani, noto filosofo delle scienze biologiche, ha esplorato il concetto di serendipità in modo affascinante. Nel suo libro “Serendipità: L’inatteso nella scienza”, Pievani ci guida attraverso le storie di scoperte scientifiche inaspettate e ci mostra che la natura è sempre più grande delle nostre conoscenze.
Nel contesto educativo, promuovere la serendipità significa incoraggiare un ambiente di apprendimento dove gli alunni possono esplorare liberamente e fare scoperte casuali che arricchiscono la loro esperienza educativa.
In una scuola serendipica l’insegnante …
❖ incoraggia la curiosità, stimola gli alunni a fare domande e a esplorare argomenti che li interessino, aderenti alla realtà degli alunni anche se non sono direttamente legati al curriculum;
❖ propone progetti inter e transdisciplinari e crea spazi di apprendimento flessibili che permettano agli studenti di esplorare i loro interessi personali.
Questo può portare a scoperte inaspettate e apprendimenti significativi;
❖ ambiente di apprendimento flessibile: organizza la classe in modo che gli studenti possano muoversi liberamente e collaborare con i compagni. Questo stimola la comunicazione e l’innovazione.
❖ offre tempo per l’esplorazione personale e per la riflessione collettiva. La scuola spesso non rispetta i tempi di apprendimento degli alunni, costringendoli ad una
spasmodica corsa finalizzata al raggiungimento di obiettivi. A scuola “bisogna perdere
tempo, per guadagnarne” perché quello che sembra tempo perso è in realtà il modo più
idoneo per favorire l’apprendimento e la crescita degli alunni;
❖ crea momenti significativi e autentici di ascolto, riflessione, dialogo e approfondimento;
❖ accoglie le digressioni e gli imprevisti;
❖ considera l’errore e l’imprevisto come opportunità pedagogica. L’errore, lungi dall’essere motivo di umiliazione o di sconforto, è un’occasione preziosa per tornare indietro, per capire meglio, per recuperare quel qualcosa che era sfuggito e non si era inteso bene;
❖ incoraggia il pensiero critico;
❖ fornisce feedback costruttivi che incoraggiano la riflessione e l’auto-miglioramento, piuttosto che essere concentrati solo sui risultati e una valutazione riflessiva: utilizza metodi di valutazione che permettano agli studenti di pensare criticamente sul loro lavoro e sul processo di apprendimento.
Tutte queste strategie possono aiutare a creare un ambiente scolastico dinamico dove la serendipità non è solo un piacevole incidente, ma una parte integrante dell’esperienza educativa.
Ricordando che l’obiettivo è creare un ambiente dove gli alunni si sentano liberi di esplorare e dove l’apprendimento avvenga in modo naturale e spesso inaspettato.
COME CREARE LEZIONI SERENDIPICHE?
Proporre lezioni:
➢ accogliendo digressioni, motivi occasionali, si allontanano dal programma e permettono agli alunni di seguire i loro interessi personali e di imparare attraverso l’esplorazione e le sperimentazioni; lezioni creative e flessibili perché si seguono gli input dati dagli alunni, momenti ricchi di imprevisti che generano arricchimento culturale;
➢ hanno dimensioni di reciprocità, inclusione ed equità. Lezioni che coinvolgono tutti gli alunni e riescono a mobilitare, nell’arco di tempo lungo, tempo della scholè, anche i più marginali e nella diversità, tenendo conto dei bisogni e delle peculiarità di ciascuno, offrono pari opportunità a tutti ;
➢ con momenti di ascolto, riflessione e dialogo. In una lezione democratica l’idea, oggetto di discussione, appartiene non solo al singolo, ma al gruppo che la modifica in modo democratico tanto da riconoscersi in essa, è un atto politico: attraverso la libertà di parola, l’ascolto, il dialogo e il confronto gli alunni si allenano a diventare cittadini attivi e socialmente responsabili;
➢ attive, che generano un apprendimento interattivo e coinvolgente;
➢ inter- transdisciplinari; che spaziano da una disciplina all’altra superando la frammentarietà del sapere;
➢ lezioni di costruzione e strutturazione del pensiero che insegnano ad andare in profondità ad immergersi, come palombari, nel mondo delle parole; gli alunni concentrando e dedicando la propria attenzione e partecipazione al presente, liberi da programmazioni e ritmi frenetici rivolti al conseguimento di un risultato specifico, compiono un viaggio immersivo ed esplorano liberamente mondi conosciuti e sconosciuti privilegiando il processo di provocazione e di scoperta.
➢ autentiche, avalutative: l’insegnante non giudica chi non lavora, non sgrida, non incita alla collaborazione, ma cerca di stimolare la riflessione (dialogo socratico); anche gli studenti non giudicano, non ridacchiano agli interventi dei compagni, non si scambiano sguardi maliziosi, si rispettano in un clima sereno di apprendimento;
➢ lezioni che stimolano il pensiero creativo, divergente;
➢ integrate dalle tecnologie digitali, strumenti di supporto e non sostitutivi che promuovono la creatività e la collaborazione.
Come insegnante della scuola 2.0, ho l’opportunità di lavorare in modo flessibile, creativo e fuori dagli schemi!
Qui di seguito presentiamo il lavoro degli alunni, decidendo di applicare, come avvio del laboratorio, la metodologia “Paths per parole”.